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Nagash wikia

Nagash è il Dio della Morte nei Reami Mortali, il Signore Supremo dell'Aldilà, il Grande Usurpatore. E' egli a governare il Reame di Shyish ed i suoi numerosi mondi sotterranei.

Avvolto nella grandezza necromantica e nella stregoneria oscura, Nagash è un Dio dell'oscurità e della morte, dato una forma enorme e terribile. Per eoni ben al di là del giudizio dei mortali è esistito, sebbene innumerevoli avversari abbiano tentato di porre fine alla sua esistenza. Anche quando i suoi nemici lo hanno abbattuto con la spada o con la magia, per egli non è che una battuta d'arresto, cosa sono un migliaio di anni di sonno per qualcosa che non può morire davvero?

Di volta in volta, Nagash è risorto dalla sua tomba. Ogni volta, nuovi eserciti di morti sono stati sollevati e adunati per condurre una guerra nel suo nome, poiché Nagash rivendica la signoria su Shyish, il Reame di Ametista e tutto ciò che vi dimora.

Attraverso reami di notte infinita, mari di sangue ghiacciato ed antiche tombe grandi come continenti, Nagash e i suoi Signori della Morte regnano. Il loro obiettivo finale è diffondere il loro dominio su tutti i mondi, ed una volta che i vivi saranno stati sterminati, i Reami saranno riempiti di orde instancabili ed obbedienti di non morti, e Nagash governerà senza opposizione su tutti loro.

I Mortarchi[]

Per garantire il suo dominio sui Reami Mortali, Nagash si rivolge ai suoi grandi luogotenenti, i Mortarchi.

Ognuno di questi potenti esseri esercita un formidabile potere arcano e potenza militare, e gli viene concesso un frammento del potere illimitato di Nagash con cui comandare le proprie legioni di non morti. I Mortarchi sono stati scelti da Nagash non per la loro lealtà - solo Arkhan il Nero appare veramente contento di fronte al dominio del suo padrone - ma per le loro abilità uniche e inestimabili. Se Nagash dovesse richiedere la corruzione di una città mortale attraverso la diffusione di una maledizione, si rivolgerà a Neferata, Mortarca del Sangue. Le sue sette ed i suoi culti di sangue sono diffusi nelle grandi città di Sigmar, nonostante i migliori sforzi degli agenti dell'Ordine di Azyr per sradicarli.

Se un compito richiede competenza marziale e astuzia, bassa astuzia, il Grande Necromante si rivolgerà a Mannfred von Carstein, Mortarca della Notte, mentre le missioni più sensibili e segrete vengono inevitabilmente affidate ad Arkhan, Mortarca del Sacramento.

Ogni Mortarca comanda la propria Legione, un esercito di guerrieri non morti che combatte secondo le tradizioni e le strategie preferite dal suo padrone. Questi non sono eserciti strettamente codificati o organizzati. I distacchi da ciascuna legione possono differire per dimensioni e composizione.

Proprio come Nagash non può rivendicare l'onnipotenza, nemmeno i suoi luogotenenti possono supervisionare ogni battaglia e ogni campagna. Pertanto, i Mortarchi a loro volta delegano ai propri Necromanti preferiti o schiavi non morti. Mannfred von Carstein incaricherà comunemente un Signore dei Vampiri della sua corte di seminare carneficina e terrore tra i vivi, una forte e sanguinosa distrazione che maschera le sue macchinazioni più subdole. I Discepoli Neri di Arkhan, i Preti dell'Ossario intrisi di potere necromantico, sovrintendono alla ricerca incessante della Legione del Sacramento di cimeli e tesori da tutti gli angoli dei regni. Il Re Wight Cortek guida la Lama della Regina del Sangue nel nome di Neferata, un esercito di cadaveri sconclusionati e guerrieri sbiancati che ha raso al suolo innumerevoli regni in terra in onore della sua oscura maestà.

Legions of nagash

Origini dal Vecchio Mondo[]

Nagash, il Maledetto, era all'origine il più colto e potente dei sacerdoti di Khemri; nonostante questo, era ancora assetato di potere. Dopo la morte di suo padre, Khetep (primo re della Terza Dinastia) in una battaglia contro la città portuale di Zandri, suo fratello maggiore, Thutep, ereditò il trono.

Mentre preparava il corpo del padre per la cerimonia funebre, Nagash si rese conto che egli era stato ucciso da una magia, sconosciuta ai sacerdoti di Nehekhara, che aveva fuso insieme i suoi organi; quando una delegazione di Zandri portò come dono funebre tre barbari dalla pelle pallida, Nagash comprese subito che dovevano essere stati loro a lanciare tale incantesimo, ed ora venivano donati a Khemri perché troppo pericolosi. Nagash costrinse i tre -che erano poi Elfi Oscuri- ad insegnargli i segreti della magia, dopo averli segregati in una delle labirintiche tombe dei sovrani antichi. Quando finalmente l'uomo riuscì ad imbrigliare l'energia magica, in breve tempo aumentò la propria padronanza del potere, finché non divenne più potente dei barbari stessi, e li uccise in un duello magico. Per i suoi esperimenti Nagash usò i giovani di Khemri che si attardavano nelle taverne o nelle case di piacere, e le continue sparizioni allarmarono il fratello, che scoprì Nagash: quest'ultimo, con l'aiuto dei suoi luogotenenti, i primi immortali, tra cui spiccava la figura di Arkhan il Nero, massacrò gli Ushabti (la guardia personale) del re e murò Thutep vivo, usurpandone il trono.

Con i suoi poteri, Nagash evocò demoni servitori, che gli permisero di aumentare ancora le sue conoscenze. Fondendo tale magia con la sua conoscenza della non-vita, imparata durante il suo sacerdozio, Nagash creò una nuova forma di magia: la Necromanzia.

Tale potere lo rese immortale e in grado di far risorgere e comandare i morti. Durante il suo regno di terrore innumerevoli schiavi lavorarono per cinquant'anni, erigendo una gigantesca piramide di ossidiana, quella che sarà chiamata la Piramide Nera di Nagash. Il re trascrisse tutta la sua conoscenza in nove libri, con pergamena di pelle umana e scritti con sangue umano: i tristemente famosi Nove Libri di Nagash. Khemri si sottomise a Nagash, e con il tempo anche Neferem, sposa di Thutep e incarnazione del patto tra gli uomini e le divinità, cedette alla volontà del Necromante.

Ma gli altri re di Nehekara non erano felici di tale governo. Così fu creato un grande esercito, con la forza delle sette città minori, e i sette re marciarono contro Khemri. Nagash non era un avversario facile da battere: al suo ordine, un'armata di scheletri sorse dalla terra, per marciare contro il nemico. Nella cultura di Nekekhara, terrorizzata e ossessionata dalla morte, era la blasfemia definitiva. Molti fuggirono di fronte a quel terrorizzante spettacolo, ma alla fine Nagash fu sconfitto; tuttavia prima della battaglia finale Nagash sacrificò Neferem, spezzando il patto con le divinità, che abbandonarono Nehekara, che perse quindi il nome di Terra Benedetta. Il necromante fuggì a nordest, maledicendo la sua terra natale. I vincitori chiesero la distruzione di tutto ciò che era stato creato sotto Nagash, inclusi i suoi Libri; ma di questi ultimi qualcuno sopravvisse.

Il Grande Necromante[]

Nagash vagò a lungo nel deserto. Raccontano che giunse in punto di morte, ma che riuscì a ingannarla e riemerse sotto forma di Lich: il primo e più potente della sua stirpe. Alla fine giunse al Picco Storpio, dove scoprì le virtù della Warpietra e costruì la sua fortezza: Nagashizzar, in seguito nota come il Pozzo Maledetto. Il necromante scoprì come manipolare la Warpietra e iniziò a forgiare molti dei suoi più noti artefatti. L'esposizione alla Warpietra mutò profondamente la sua forma fisica; dopo alcuni secoli, non era più neanche riconoscibile come umano.

Una simile quantità di Warpietra attirò gli Skaven che combatterono una lunga guerra con Nagash; l'esercito nemico era numeroso, ma il potere del necromante era semplicemente troppo grande per essere sopraffatto. Si giunse a una tregua. Gli Skaven avrebbero potuto prendere la Warpietra, se avessero attirato le tribù degli Orchi nei pozzi scavati sotto la fortezza.

Per centinaia di anni a Nehekhara i re governarono come avevano sempre fatto. A Lahmia, però, la regina Neferata rinvenne una copia dei Libri di Nagash; fu subito attratta dall'immenso potere del necromante. Ella fece un patto con Nagash; preparò un elisir, partendo dal suo stesso sangue, e lo bevve.

Nel momento in cui il liquido toccò le sue labbra il cuore di Nefereta si fermò, e il suo corpo non fu più in grado di sopportare il sole. La Regina era divenuta un vampiro, il primo vampiro della storia. Neferata raccolse i suoi dodici più fidati luogotenenti, dando a ciascuno un sorso dell'elisir. Erano nati i dodici Maestri Vampiri, da cui tutti i vampiri hanno avuto origine.

Temendo l'ira degli dei, il Re di Khemri Alcadizaar raccolse un vasto esercito e mosse contro Lahmia. Il paese fu schiacciato e la regina fuggì, con tutti coloro che si erano convertiti alla notte. Nella distruzione di Lahmia andarono perduti i Libri di Nagash.

Il necromante accolse i fuggiaschi, nominando i dodici Maestri generali del suo esercito. Nagash dichiarò guerra a Nehekhara.

Sfortunatamente il suo nemico, Alcadizaar il Conquistatore, era il più grande generale della sua era (forse il più grande che Khemri ebbe mai). Dopo una serie di sanguinose battaglie, l'esercito di Nagash fu respinto. Il necromante scaricò la sua furia sui Vampiri. I dodici fuggirono, spargendo la loro maledizione nel mondo.

Nagash allora concepì un piano demoniaco; se lui non poteva governare Nehekhara, nessun altro lo avrebbe mai più potuto fare. Nella prima fase il necromante avvelenò il fiume Vitae, vitale fonte d'acqua per tutto il popolo di Nehekhara. Il fiume divenne nero e corrotto e da allora è stato ribattezzato River Mortis. Subito dopo, Nagash liberò il suo potere, scatenando una pestilenza sulla sua terra natale.

Alcadizaar fu costretto a guardare impotente, mentre i suoi cari morivano, sua moglie e i suoi figli furono uccisi dalla peste, ed il suo regno si schiantava sotto di lui. Quando un nuovo esercito di non morti raggiunse Nehekhara le difese raccolte furono spazzate via e lo stesso Alcadizaar fu catturato. Nagash non lo uccise, preferendo imprigionarlo per poi torturarlo.

Fu allora che il Grande Necromante raccolse le forze e iniziò a lanciare uno dei più potenti e complessi incantesimi di tutti i tempi. Nagash scatenò un'onda di potere magico sul regno, che uccideva tutti coloro che venivano in contatto con essa. In breve tutto il popolo di Nehekhara morì. Terminata la prima fase, Nagash crollò sul suo trono, recuperando le forze per terminare l'incantesimo. Avrebbe fatto risorgere l'intero popolo, creando un'immensa armata di non morti, e sarebbe partito alla conquista del mondo.

Gli Skaven capirono di essere il primo bersaglio del Necromante, e in fretta e furia idearono un piano per sconfiggerlo. Crearono una spada, dalla lama di Warpietra, coperta di rune letali per chiunque le leggesse. Una pattuglia di Skaven liberò Alcadizaar e gli consegnò l'arma.

Nagash era ancora debole, quando Alcadizaar si lanciò nella sala del trono e lo attaccò, mozzandogli una mano. Il Necromante si riprese immediatamente, lanciando potenti magie distruttive contro il re. Entrambi erano stanchissimi, ma erano anche formidabili spadaccini. Il Consiglio dei Tredici usò tutto il proprio potere per difendere il re, anche se questo significava essere uccisi dai poteri di Nagash. Preso dalla furia, Alcadizaar colpì Nagash con un diluvio di fendenti, riducendolo a pezzettini. Subito dopo il re impazzì: strappò la Corona di Nagash dalla testa dello sconfitto e fuggì, vagando per il suo regno spopolato e distrutto. Non è noto se la follia venisse dal suo animo o dalla lama in Warpietra della sua spada. Quando morì gli artefatti che portava con sé furono razziati.

Gli Skaven accesero un enorme fuoco, alimentandolo con la Warpietra, e bruciarono i resti di Nagash, spargendo le sue ceneri nel mondo.

Resurrezione[]

L'incantesimo di Nagash non era completo, ma fu sufficiente a risvegliare gli antichi re di Nehekhara, sepolti da innumerevoli anni, e a trasformare il regno in un deserto. I re, furiosi di non essere risorti in paradiso, cominciarono a raccogliere i propri eserciti. Nagash, cercando di indebolire Nehekhara, l'aveva in realtà resa più forte: il dominio di Settra e dei suoi pari, i Re dei Sepolcri, era cominciato.

Nagash era immortale, nemmeno la Warpietra poteva fermarlo. Così, granello per granello, il suo corpo si rimise insieme ed egli risorse; perché questo avvenisse, gli furono necessari mille anni. Una serie di amare sorprese lo attendevano.

La resurrezione lo aveva indebolito moltissimo; il potere che gli aveva permesso di distruggere un popolo era solo un ricordo. E ora Nehekhara era difesa da re non morti, con eserciti potenti quanto i suoi. Il necromante si incontrò con Settra, il più forte dei Re dei Sepolcri, sfidandolo a duello per il dominio della sua terra. Settra, furioso per ciò che Nagash aveva fatto al suo popolo e in quel momento molto più forte, lo scacciò da Nehekhara. Ritornando alla sua fortezza scoprì che gli Skaven avevano scavato via la maggior parte della Warpietra. Seppur debole, gli bastò una notte per scacciare gli occupanti abusivi del Picco Storpio. Poiché la Warpietra era quasi esaurita, dopo pochi tentativi di riconquista gli Skaven abbandonarono per sempre il luogo.

Nagash sapeva che, per riavere i suoi pieni poteri, doveva riottenere i suoi artefatti. Uno dei più importanti era la sua Corona di ferro: dopo essere stata strappata dal cadavere di Alcadizaar era arrivata nelle Terre Selvagge, dove era stata conquistata dagli Orchi. Orchi che erano poi stati sconfitti da Sigmar. Nagash raccolse un esercito e attaccò l'Impero, ma fu sconfitto e ucciso da Sigmar in persona.

Secondo Mannfred Von Carstein i vampiri non lo seguirono in battaglia. Mentre veniva sconfitto Nagash lanciò una maledizione verso i traditori: la loro stirpe sarebbe sempre stata debole contro il potere di Sigmar. La fede in qualsiasi dio è un grande aiuto contro i vampiri, ma effettivamente il Culto di Sigmar appare più forte contro di essi.

1666 anni dopo tale sconfitta, Nagash risorse nuovamente.

Tempi odierni nei Reami Mortali[]

Nel mentre il Mondo Prima del Tempo soffriva la propria cataclismica distruzione, gli Dèi Oscuri strinsero a sé la propria vittoria e voltarono le spalle alla rovina che provocarono, iniziando nuovamente il Grande Gioco in altri mondi e con altre creazioni. Ma facendo ciò, non prestarono attenzione alla minuscola scintilla di luce che roteava nell'oscurità infinita - luce dalla quale un miracolo prese forma e da cui nacquero i Reami Mortali.

Frattanto l’essenza di Nagash sopravvisse alla distruzione del Vecchio Mondo: la sua essenza trovò la propria strada fino a Shyish, il Reame d'Ametista dove, con il passare delle ere, alterchi successivi in alleanze con Sigmar, tradimenti e la sconfitta contro le forze di Archaon obbligarono il Supremo Necromante a ritirarsi a Stygxx, l'Oltremondo.

E fu lì che Nagash tentò di appropriarsi di tutta la Magia della Morte del reame di Shyish nella sua tana a Nagashizzar: vetrificando questa tomba di sabbia sotto il calore intenso della propria magia oscura, l’Usurpatore sollevò cristallizzati monoliti neri e alte piramidi. Sfruttando la Pietra del Reame di Shyish in tale misura, Nagash riuscì a invertire la polarità magica del regno. Ciò, lentamente, iniziò a trascinare ogni Aldilà di Shyish verso la propria dimora, il loro destino finale l'essere trasfigurati in magia pura del Regno della Morte. Peggio ancora, le conseguenze deflagranti di quel grande crollo fecero precipitare un'ondata di non-morte attraverso l'etere negli altri reami.

L'esplosione sconvolgente dell'epoca che emerse da Shyish portò con sé gli spiriti dei defunti. Il Necrosisma era giunto e, col ridestarsi e scatenarsi di innumerevoli milioni di non-morti, il percorso per la conquista finale di Nagash si spalancò.

E l'eco del Necrosisma, per la sua immisurabile proporzione, attraversò non solo i Reami Mortali, ma si sparse nell’intero Multiverso, fino a conseguenze inimmaginabili, fino a profondità rimaste da troppo tempo silenziose, congiunte sovente a misteriose sabbie.

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